Esplorando l’Intangibile alla Biennale Architettura di Venezia 2025

La Biennale, di quest’anno, la più importante vetrina mondiale per l’arte e l’architettura, ci invita a guardare oltre ciò che è visibile. Tra i padiglioni, siamo chiamati a percepire le forze che plasmano le nostre vite: suoni, rituali, memorie e valori che scorrono sotto la superficie.
Vi raccontiamo quattro padiglioni: Lussemburgo, Polonia, Serbia ed Egitto, che ci svelano modi diversi di percepire l’intangibile. Ma la lezione più profonda che ci ha lasciato questa Biennale non è soltanto imparare a notare ciò che è invisibile; è riconoscere che anche ciò che non si vede ha comunque un peso immenso nella nostra società.

Sonic Investigations: Ascolta i Suoni Nascosti del Lussemburgo.

Grande altoparlante parabolico nero a forma di ombrello appeso al soffitto di una stanza con pareti in mattoni e grandi finestre.
Documento di testo su sfondo nero con testo bianco

Il Padiglione del Lussemburgo ci invita non a guardare, ma ad ascoltare, perché a volte, vedere meno ci aiuta a capire di più. In questo spazio, il suono diventa il cuore dell’esperienza. I curatori Valentin Bansac, Mike Fritsch e Alice Loumeau presentano Sonic Investigations, un viaggio giocoso nel ricco paesaggio sonoro del Lussemburgo, ispirato al celebre 4’33’’ di John Cage. Qui, architettura, arte e cartografia si fondono per sfidarci a mettere da parte le abitudini del vedere e abbracciare l’atto dell’ascolto profondo.
Appena fuori dall’ingresso, troviamo sospeso un altoparlante parabolico: Long Throw, dell’artista del suono Anthea Caddy. Non è un altoparlante comune: si può udire solo posizionandosi nel punto esatto, come se ci si sintonizzasse su un messaggio segreto: una lettura del filosofo Peter Szendy, che segna la transizione dal rumore quotidiano a un’avventura di ascolto intenzionale e consapevole.

Immersive Sound Journey

All’interno del padiglione, si esplorano i suoni delle foreste, delle città e dei paesaggi naturali del Lussemburgo, dalle registrazioni ambientali alle idee radicali di ecologia acustica e guerra sonora. Gli artisti Ludwig Berger e Peter Szendy ci invitano a scoprire voci “più-che-umane” e a comprendere lo spazio non come qualcosa da attraversare, ma da ascoltare. Attraverso il suono, i visitatori rivelano le connessioni invisibili che modellano i nostri dintorni.

Atlas-of-Objects: “Lares et Penates” al Padiglione Polacco

Diagramma di strane forme architettoniche su sfondo bianco con testo
Insieme di simboli di sicurezza insoliti su sfondo grigio

Conoscenza Invisibile, Impatto Tangibile

Qui, valori sottili e saggezze ancestrali diventano architettura: strutture che ci fanno sentire protetti dentro casa nostra. Curata da Aleksandra Kdziorek e dalla Zachta National Gallery of Art, l’esposizione celebra il patrimonio culturale immateriale: consigli sussurrati, gesti rituali e antiche consuetudini, che influenzano silenziosamente la costruzione del nostro ambiente.

Costruire per Istinto

Ogni oggetto porta con sé una storia di protezione, appartenenza e conforto, una ciotola per nutrire gli spiriti amici (e tenere buoni quelli dispettosi!), sensori antincendio, cartelli di evacuazione, strumenti leggendari come bacchette rabdomantiche e fusibili protettivi.
 Un cartello che recita: “Costruisci dove le mucche amano riposare.” ci ricorda che gli animali percepiscono energie e pericoli della terra, hanno una saggezza naturale, tramandata oralmente, che merita di essere rivalutata. Rispettare questi istinti significa riconnettersi con i ritmi della natura e accettare che ne siamo parte.

La Conoscenza come eredità culturale

In un mondo governato da codici e tecnologia, il Padiglione della Polonia ci invita a valorizzare un altro tipo di sapere: quello che si sente, si intuisce, e si tramanda. Qui l’architettura non è fatta solo di muri e tetti, ma di relazioni vive ed evolutive tra persone, territorio e tradizione.

Beyond the Material - Padiglione dalla Serbia, Unraveling: New Spaces.

Grande installazione tessile beige appesa al soffitto in una galleria, con persone che osservano.
Primo piano di una superficie di tessuto testurizzato appesa, sullo sfondo una parete con delle bobine che avvolgono i fili.

Uno spazio tessuto dal tempo

"Un team di architetti, designer tessili e ingegneri elettrici ha creato una forma spaziale. Prima a mano, poi a macchina e di nuovo a mano, tracciando la visibilità del confine tra intelligenza naturale e artificiale." Questo padiglione ci invita a vivere l’architettura come immateriale, concentrata sul tempo, energia e legami invisibili. Lo spazio è diviso da un tessuto che si sfilaccia lentamente con il passare delle ore, una metafora del cambiamento e dell’impermanenza.

Energia che si Vede ma non si Tocca

La trasformazione del padiglione si alimenta con pannelli solari, e l’energia viaggia attraverso cavi visibili, rendendo osservabile un processo normalmente invisibile. Unraveling ci ricorda che il mondo materiale è solo un contenitore della ricchezza culturale e spirituale dell’umanità.

La Ricchezza dell’Immateriale

Ciò che più ci unisce: conoscenza, memoria, speranza e il passare del tempo, non ha peso né forma, ma riempie ogni spazio che chiamiamo casa. Nel padiglione della Serbia possiamo sentire, immaginare e ricordare, trasformando l’architettura in una celebrazione di forze intangibili.

Measuring Responsibility: l’Equilibrio del Padiglione dell’Egitto

Esposizione didattica con blocchi colorati su un grande tavolo, con due schermi sullo sfondo di una stanza
Due grandi schermi mostrano immagini in bianco e nero di un paesaggio urbano, con una stanza piena di blocchi colorati in primo piano.

Vorremmo parlare di questo padiglione che crea un netto contrasto con gli altri tre: "Let’s Grasp the Mirage" riporta l’intangibile al tangibile, ponendo le azioni letteralmente su una gigantesca bilancia.
I visitatori collocano blocchi colorati che rappresentano scelte diverse, conservazione o sviluppo, uso consapevole o spreco, ognuno dei quali sposta l’equilibrio, rendendo visibile l’impatto reale delle nostre decisioni.

Trasformare le Idee in Azioni

Ciò che di solito è invisibile diventa tangibile: ogni grammo di combustibile sprecato, ogni spazio inutilizzato, ogni risorsa lasciata inattiva contribuisce al caos. La mostra è molto interattiva e anche giocosa, ma il messaggio è serio: la nostra footprint è reale. Le scelte personali si propagano, influenzando la comunità e il pianeta.

Percepire l’Equilibrio: Luce, Suono e Impatto

Quando i blocchi spostati raggiungono l’equilibrio attivano paesaggi sonori ambientali: brezze leggere, canti d’uccelli, acqua e sabbia, che creano una sensazione di armonia e serenità. Anche la luce cambia, seguendo l’equilibrio. Il Padiglione dell’Egitto usa elementi sensoriali per rendere vivi e concreti gli impatti intangibili, ricordandoci che il modo in cui percepiamo il mondo plasma le nostre responsabilità.

Mapping Progress: “Calculating Empires” e l’Immagine della Civiltà

Close-up of a pile of figs with a focus on their texture and color
poster infografico con una linea temporale e vari grafici su sfondo nero

Dalla Semplicità alla Complessità

“Calculating Empires: A Genealogy of Technology and Power Since 1500” si estende come una enorme infografica attraverso l’Arsenale. Nella parte inferiore, la storia appare semplice e lineare; ma man mano che si guarda in alto, le tecnologie accelerano, i sistemi si intrecciano e la complessità cresce.

Perdersi nei Numeri Tangibili

Più si procede, più si capisce che progressare talvolta significa smarrirsi tra invenzioni nuove e sconosciute. Calculating Empires è un ritratto visivo, quasi fisico, del viaggio tecnologico dell’umanità, che mostra come l’intangibile possa accelerare e accumulare un peso reale sul nostro futuro.

Il Valore Oltre lo Visibile

L’esplorazione di questi mondi intangibili della Biennale, ci mostra dei paesaggi sonori nascosti e saggezze tramandate, all’etica dell’equilibrio e al vertiginoso progresso della civiltà, ci ricorda che ciò che amiamo di più non sempre si può toccare.
 Eppure, sono proprio questi valori invisibili a dare significato a ciò che scegliamo e creiamo.

I gioielli, come i padiglioni della Biennale, vanno oltre il bisogno materiale: sono simboli, modi per portare con sé la cultura, esprimere individualità, premiare se stessi e connettersi con le proprie radici. I materiali possono essere piccoli, ma i valori che racchiudono sono immensi: sostenibilità, etica, cura e profondo rispetto per il pianeta e per le persone che creano e indossano ogni pezzo.

Ciò che è invisibile non è mai irrilevante. In ogni padiglione siamo invitati a sentire, ascoltare, immaginare, ma anche a misurare e agire. Il progresso è esaltante, ma anche umile. Mentre corriamo verso il futuro, impariamo ad ascoltare le connessioni invisibili e a non sottovalutare mai la forza e il valore di ciò che vive oltre la superficie.

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